lunedì 19 agosto 2013

Salvia fritta e la mia avversione/adorazione per il fritto

Avvertimento per il lettore: per la ricetta della salvia fritta andare direttamente alla fine di questo post. Nelle prossime righe mi dilungherò in inutili riflessioni sul fritto e sull'arte del friggere.
Non sono un'amante del fritto. Mi piacciono le patatine fritte e il fritto misto di pesce ma sono cose che mangio raramente.

Ricordo i calamari fritti che ho mangiato con mio fratello durante il festival del cinema di Locarno: dal congelatore direttamente nell'olio bollente, non si fa, lo so, ma li ho adorati.E se il fritto salato a volte può piacermi, non sopporto invece i dolci fritti fatta eccezione per i cannoli siciliani, anche se, più del guscio, dei cannoli, mi piace il ripieno di ricotta di pecora e zucchero. Negli ultimi anni, a Bologna, ho però imparato ad amare i lupini, un dolce ferrarese di carnevale che la mamma di una mia amica e compagna di università, ha preparato per noi. Questi dolcetti non hanno nulla a che fare con i lupini dei Malavoglia, e neppure con quei legumi a forma di smarties che si trovano nei mercati o nelle fiere. Anche se, secondo alcuni, nei Malavoglia si parla di legumi e non di molluschi. I lupini della mamma della mia amica sono delle palline di pasta frolla fritte. E la pasta frolla si sa, che sia fritta o meno, è sempre meravigliosa. Ma a parte cannoli e lupini non amo il fritto dolce, perciò quando ho fatto le frittelle di fiori di sambuco e di robinia le ho salate, anche se probabilmente una spolverata di zucchero a velo ci sarebbe stata meglio.Ripensando al fritto dolce, mi viene in mente che adoro anche i tortelli di mela fritti che faceva mia nonna e pure la versione di una signora polacca che ho conosciuto, che frigge straordinarie fettine di mela avvolte in una pastella di yogurth, farina e zucchero.Forse la verità è che il fritto mi piace abbastanza, ma di una cosa sono certa: detesto il gelato fritto. Il problema che ho con il fritto è che io non so friggere e non mi piace farlo: mi sembra di sprecare l’olio che fra l’altro detesto travasare nell’orrendo barattolo dell’olio esausto.E poi, mi scoccia che si dica che qualsiasi cosa, se la friggi, diventa buona. Dire una cosa del genere significa fare del fritto una sorta d’inganno che permette a qualsiasi cosa mediocre di diventare appetitosa. Il gelato fritto è la dimostrazione che non è vero che si possa friggere qualunque cosa.
Ma se c'è una cosa che secondo me si può friggere e che anzi, grazie alla frittura raggiunge il suo massimo potenziale, quella è la salvia.
Non ricordo quando ho cominciato a friggere salvia, ma mi ricordo dove: nella cascina di famiglia ai piedi dei Denti della Vecchia. Ed è stata una grande scoperta perché, in qualsiasi momento, quando mi viene voglia di qualcosa di veramente sfizioso posso preparare la salvia fritta. Si può fare sempre, non serve praticamente nulla tranne una pianta di salvia.
Salvia

Basta avere olio di semi, birra, farina e sale, ingredienti che in una dispensa appena non mancano mai.
Fa male? Certo il fritto bene non fa, se non all’animo e forse anche all’anima. In fondo sarebbe peggio friggere dei pezzetti di strutto o di lardo.
In ogni caso la ricetta è molto semplice (per le dosi io vado a occhio).
Salvia fritta

INGREDIENTI
- foglie di salvia (meglio se grandi)
- farina
- birra
- sale
- olio di semi
PROCEDIMENTO
Con la birra, la farina e un grosso pizzico di sale fare una pastella di una densità tale che immergendo a una a una le foglie di salvia, vengano avvolte dalla pastella.
Friggere la salvia in abbondante olio bollente, scolare e asciugare dall'olio in eccesso con della carta da cucina. Salare.

Salvia fritta

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